psicologo clinico 01 Ott 2018

DA:Marco Ferrara

Psicologia Clinica

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Lo psicologo clinico è uno psicologo professionista, che si occupa di intervenire in numerosi ambiti del comportamento umano, dalla prevenzione alla cura di stati patologici.

Dalle speculazioni filosofiche della psicologia antica alla psicologia moderna.

Già dai tempi di Aristotele, seguito da Platone, Cartesio e numerosi altri negli anni a venire, l’uomo ha sempre cercato di capire i meccanismi celati dietro il comportamento, le emozioni o le idee delle persone, e diverse sono state le teorie che si sono avvicendate, sulla base di speculazioni di tipo filosofico, e successivamente, basate sulle osservazioni empiriche.

Nella seconda metà dell’800, in concomitanza con l’aumento delle scoperte scientifiche in campo neurologico e fisiologico (l’anatomia del sistema nervoso, la maggiore conoscenza del cervello etc..), il metodo scientifico poté essere applicato anche alla psicologia, che venne riconosciuta ufficialmente come quella branca della medicina che studia i fenomeni comportamentali/emozionali umani fisiologici e patologici.

Nel 1879, considerata la data di nascita della moderna psicologia, il fisiologo tedesco Wundt fondò uno dei primi laboratori di psicologia sperimentale, dove si applicava il metodo scientifico alle osservazioni sui comportamenti umani. Molti suoi studi dimostrarono l’esistenza di un rapporto costante (e misurabile) tra gli stimoli esterni e lo stato d’animo delle persone.

Con il passare degli anni e l’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche, si sono sviluppati numerosissimi orientamenti teorici diversi all’interno della psicologia, originando così numerose branche. E’ così che, ad esempio, troviamo la psicoanalisi di Freud ed il comportamentismo, la psicologia dell’età evolutiva, la psicologia dell’adulto, la psicologia della pubblicità.

La psicologia clinica

La psicologia clinica è quella branca della psicologia generale che si occupa di molteplici aspetti del comportamento umano, come i problemi di adattamento, i disturbi di comportamento, gli stati di malessere e sofferenza, allo scopo di valutarli e trattarli mediante la somministrazione intenzionale di tecniche psicologiche.

Le attività dello psicologo clinico sono individuabili nelle seguenti aree:

  •  Prevenzione degli stati di malessere psicologico
  • L’identificazione e la diagnosi dei rischi psicopatologici (psicodiagnostica)
  • L’abilitazione o la riabilitazione del paziente in relazione ad uno o più comportamenti
  • La promozione del benessere psicosociale individuale e nei contesti sociali (asili nido, scuole, famiglia, lavoro).

Lo psicologo clinico può operare a livello individuale o collettivo (coppia, famiglia, gruppi, organizzazioni e comunità, scuole) ed assume molto spesso un approccio interdisciplinare. Capita quindi che si trovi a collaborare anche con altre figure professionali che operano nel campo socio-sanitario come, ad esempio, medici di base, pediatri, psichiatri, neurologi, logopedisti ed altri tecnici della riabilitazione, infermieri, dietologi, ma anche con genitori e familiari degli utenti, insegnanti, pedagogisti, educatore professionali.

Data la stragrande diversità delle manifestazioni comportamentali umane, fisiologiche e patologiche, si stanno delineando sempre più degli psicologi clinici ulteriormente specializzati in un particolare ambito, che naturalmente richiede degli approcci differenti.

Lo psicologo clinico potrebbe pertanto trovarsi ad occuparsi di uno dei seguenti ambiti specifici:

  1. La psicologia clinica dello sviluppo: che si focalizza sulle diverse fasi della vita di un individuo, dalla nascita all’età adulta, come l’infanzia e l’adolescenza, oppure su aspetti specifici di queste fasi, quali i disturbi del linguaggio o dell’apprendimento, i disturbi della personalità, difficoltà nelle relazioni con i coetanei etc.
  2. La Psicologia gerontologica: che si concentra sulla terza età e sulle problematiche comportamentali ed affettive specifiche.
  3. La Psicologia della salute: che mira ad operare negli ambiti di prevenzione e benessere, stili di vita, salute (contrasto alla sedentarietà, contrasto all’obesità etc).

Dove può lavorare lo psicologo clinico

Lo psicologo clinico può lavorare all’interno dei servizi sanitari, educativi e sociali, sia pubblici sia privati:

  1. come dipendenti del SSN nei servizi di psicologia delle ASL (dislocati anche in differenti, reparti ospedalieri, consultori, centri di riabilitazione);
  2. come dipendente dei servizi educativi e sociali (servizi per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia) di enti locali territoriali;
  3. come socio di cooperative che offrono servizi clinici, sociali, educativi, riabilitativi e di assistenza sanitaria e sociale;
  4. come libero professionista (singolo o associato in società di consulenza pluridisciplinare) per l’erogazione di servizi clinici, riabilitativi e di educazione sanitaria nell’ambito degli asili e scuole per l’infanzia, scuole primarie e secondarie, dei consultori familiari, delle istituzioni assistenziali e di riabilitazione, residenze per anziani, associazioni sportive, ecc.);
  5. come ricercatore in centri studi e ricerche pubblici e privati e presso l’università.

COSA FA ESATTAMENTE UNO PSICOLOGO CLINICO?

Solitamente ci si rivolge ad uno psicologo clinico quando si manifestano necessità di:

Sostegno psicologico individuale (adulti, adolescenti e preadolescenti), sostegno psicologico di coppia e di gruppi, colloqui e trattamenti psicologici, valutazione e diagnosi, test psicologici. Le diverse problematiche trattate sono: Disturbi d’ansia ed attacchi di panico, Disturbo ossessivo compulsivo, Disfunzioni sessuali, Disturbi del comportamento alimentare, Disturbi dell’umore, Disturbi di personalità, Disturbi del sonno-veglia, Disturbi da comportamento dirompente, Disturbi del controllo degli impulsi e della condotta, Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction, Disturbi parafilici, Disturbi psicosomatici, Fobie Problemi di autostima, insicurezza, difficoltà a relazionarsi con le altre persone, difficoltà nella gestione delle emozioni, difficoltà legate ad eventi critici (traumi, separazioni, perdita del lavoro, ecc), difficoltà legate a specifiche fasi di vita (adolescenza, genitorialità, scelte scolastiche o professionali, ecc)

In questo caso lo psicologo clinico deve valutare con maggior precisione lo stato di disagio in essere e predisporre un personale piano terapeutico in grado di trattare la problematica. Le sedute potrebbero essere di tipo individuale o di gruppo, a seconda del soggetto e del disagio. Durante le sedute, tuttavia, lo psicologo clinico dovrà: – Osservare e riconoscere le caratteristiche individuali della personalità e dei bisogni del paziente, in tutte le fasi del suo ciclo di vita, tramite colloqui personali, di gruppo e/o la somministrazione di test;

  • Scegliere, somministrare e interpretare correttamente i risultati dei test di indagine psicologica, in relazione al contesto e alle caratteristiche individuali;
  • Effettuare la valutazione del grado di adattamento ad un gruppo o alla comunità di cui fa parte il paziente, con attenzione specifica alle eventuali dinamiche conflittuali interpersonali esistenti;
  • Effettuare la valutazione delle caratteristiche genitoriali in caso di richiesta per l’idoneità all’adozione o all’affidamento di minori;
  • Effettuare la valutazione del grado di abilitazione cognitiva e capacità di intendere e di volere di un soggetto (con patologie in atto o in tarda età) o eventuale necessità di interdizione;
  • Effettuare la valutazione delle situazioni di maltrattamento e abuso su minori, di tipo psicologico, fisico o sessuale;
  • Redigere gli eventuali piani di trattamento personalizzati e loro attuazione e controllo nel tempo;
  • Pianificare e condurre interventi di riabilitazione comportamentale, di rieducazione funzionale e integrazione sociale;
  • Pianificare e condurre interventi mirati al sostegno della relazione genitore– figlio e alla costruzione di reti di sostegno, anche con il coinvolgimento di altre professionalità;