trattamento dei disturbi d'ansia 09 Ott 2018

DA:Marco Ferrara

disturbi

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I disturbi d’ansia si presentano con caratteristiche di ansia e paura eccessive.
La paura è la risposta emotiva ad una minaccia imminente, reale o percepita, invece l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura. I disturbi d’ansia sono diversi dall’ansia che si può sperimentare ogni tanto, perché hanno una durata persistente, durano 6 mesi o più. Questi disturbi sono presenti maggiormente a livello femminile.

L’ansia si caratterizza con preoccupazione generalizzata che interferisce con le attività quotidiane, causando inoltre pensieri irrazionali e catastrofici, comportamenti di evitamento, iperattivazione fisiologica, palpitazioni, sudorazione, continua apprensione ed il soggetto cerca sempre di anticipare gli eventi prefigurandoseli mentalmente. L’ansia infatti indica che l’organismo si sta preparando ad affrontare una minaccia, anche se si tratta di una minaccia generica, a differenza delle fobie che invece si riferiscono ad un oggetto o ad una situazione specifici. Questa situazione costante d’ansia genera ulteriori sintomi come affaticamento, astenia, poiché i muscoli sono sempre tesi.
La fobia invece è caratterizzata da una paura clinicamente significativa provocata dall’esposizione ad un oggetto o situazione temuti, che spesso determina condotte di evitamento. E’ una paura irrazionale e persistente, sproporzionata rispetto all’oggetto specifico che la provoca; l’ansia invece è una preoccupazione senza oggetto specifico. Le fobie possono avere per oggetti o situazioni specifiche: ad es. animali, paura del buio. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano per 6 mesi o più e creano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti.
Esistono diversi disturbi d’ansia, negli esempi verranno approfonditi il disturbo d’ansia generalizzata ed il disturbo d’ansia sociale, il disturbo di panico e l’agorafobia.

Disturbo d’ansia generalizzata: Si manifesta con ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) che sono presenti per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi. Il soggetto ha difficoltà a gestire la preoccupazione, l’ansia e la preoccupazione sono associate con diversi sintomi: irrequietezza, facile affaticamento, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno con difficoltà ad addormentarsi. L’ansia e la preoccupazione o i sintomi fisici causano un disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o di altre aree.
Conseguenze del disturbo d’ansia generalizzata: l’intensa preoccupazione ed ansia, interferiscono con la capacità dell’individuo di svolgere compiti in maniera efficiente. L’ansia fa sprecare tempo ed energia, producendo tensione, stanchezza, difficoltà di concentrazione, sonno alterato.

Disturbo d’ansia sociale

Si presenta con elevata ansia o paura relative ad una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Gli esempi comprendono interazioni sociali (per es. avere una conversazione, incontrare persone sconosciute), essere osservati (per es. mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte ad altri, (per es. fare un discorso). L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi d’ansia che
saranno valutati in modo non positivo. Le situazioni sociali temute provocano quasi sempre paura o ansia, oppure sono evitate o sopportate con paura o ansia intense. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia relativa alla situazione sociale ed al contesto socioculturale. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano 6 mesi o più, creando disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o di altre aree.
Conseguenze del disturbo d’ansia sociale: il disturbo d’ansia sociale è associato ad alti livelli di abbandono scolastico, una diminuzione dell’occupazione, produttività lavorativa, delle attività ricreative.

Disturbo di panico

l’attacco di panico si manifesta con un’improvvisa ed intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da sintomi somatici, dovuti all’attivazione del sistema simpatico, e cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo). Tendenzialmente raggiunge rapidamente l’intensità ed è di breve durata (di solito 10 minuti o meno). Durante l’attacco di panico si ha l’insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati ad una sensazione di catastrofe imminente, sono presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento e paura di “impazzire” o di perdere il controllo. Il disturbo di panico invece si riferisce a ricorrenti attacchi di panico inaspettati, cioè non connessi a specifiche situazioni o oggetti. Durante l’attacco di panico si verificano diversi sintomi come palpitazioni, o tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea o sensazione di soffocamento, nausea o disturbi addominali, sensazioni di vertigine, di instabilità, di svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie, derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di essere distaccati da se stessi), paura di perdere il controllo o di “impazzire”. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da 1 mese di uno o entrambi i seguenti sintomi: come preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze (per es. perdere il controllo, “impazzire”), spiccata alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi, (per es. pensare a comportamenti al fine di evitare di avere attacchi di panico, come l’evitamento dell’esercizio fisico oppure situazioni non familiari).
E’ importante comunque tenere in considerazione che una volta sperimentato l’attacco di panico si genera nella persona la paura che si possa ripresentare; a questo punto si è in balia di un “circolo vizioso” che si viene a creare, che consiste nella paura e l’ansia (“ansia anticipatoria”) che si possa manifestare un attacco di panico, tale pensiero a sua volta genera ansia, a questo punto provare ansia provoca un aumento delle interpretazioni catastrofiche, quindi si crea una condizione in cui se si inizia a provare ansia peggiorano i pensieri “ansiogeni” e di conseguenza si tenderà a provare ancora più ansia; si innesca così un “circolo vizioso”.
Conseguenze del disturbo di panico: il disturbo di panico è associato a compromissione sociale, lavorativa.

Agorafobia

L’agorafobia è l’ansia o l’evitamento verso luoghi o situazioni dai quali sarebbe
difficile allontanarsi. L’ ansia marcata è relativa a due (o più) delle seguenti situazioni:
utilizzo dei trasporti pubblici, trovarsi in spazi aperti (per es. parcheggi, mercati, ponti), trovarsi in spazi chiusi (per es. negozi, teatri, cinema); essere in fila oppure tra la folla o fuori casa da soli. Il soggetto teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile allontanarsi. Le situazioni agorafobiche vengono attivamente evitate, o vengono sopportate con paura o ansia intense. L’ansia o l’evitamento sono sproporzionate rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobica e perdurano tipicamente per 6 mesi, provocando disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o di altre aree.
Conseguenze dell’agorafobia: l’agorafobia è tendenzialmente associata a compromissione lavorativa.