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Media / PSICOLOGO
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La società odierna ha subito una forte evoluzione a livello tecnologico, alcuni studiosi distinguono, infatti, tra mass media vecchi e nuovi. Innanzitutto con il termine media ci si riferisce a strumenti tecnologici finalizzati alla trasmissione comunicativa su larga scala (Fabio Giannatiempo, 2004).
Quando si parla di vecchi media ci si riferisce in particolare alla radio e alla televisione: questi due mezzi di comunicazione hanno avuto una larga diffusione in particolare nei Paesi ad alto sviluppo socioeconomico. Inoltre ,alcune ricerche dimostrano che questi due mezzi di comunicazione vengono maggiormente usati da adolescenti e giovani adulti.
I bambini sembrano essere fruitori della televisione in maniera minore, perché sembrerebbero preferire l’uso di altri strumenti di comunicazione come computer, smartphone e videogiochi (maggiori dettagli sul nostro articolo Bambini e nuovi media: quali sono i principali?).
L’avvento dei nuovi media
Questi tre nuovi strumenti hanno di gran lunga superato i vecchi media, non solo per il tempo di fruizione ma anche per il cospicuo uso da parte dei bambini. In particolare, i computer devono la loro estesa diffusione all’avvento di Internet, mediante il quale è possibile reperire un elevato numero di informazioni. Inoltre, secondo alcuni studiosi (Lo Feudo, 2003, Guarnieri, Fabio e Antonietti, 2005), è diminuita anche la lettura dei libri.
Gli effetti dei mass media
Sviluppo cognitivo
È interessante notare che secondo alcuni esperti, mass media vecchi e nuovi hanno degli effetti sia positivi, sia negativi sui bambini, in generale sembra che questi possano aiutare lo sviluppo cognitivo del bambino, ma anche danneggiare lo sviluppo socioaffettivo e socioemotivo. Altri autori sostengono invece che alcuni aspetti cognitivi, in particolare il linguaggio, nei bambini di età inferiore ai due anni non sia correlato all’esposizione dei media (Zimmerman et al., 2007).
Cyberbullismo
Un altro aspetto importante, che sembra avere una grande diffusione mediante i nuovi media e in particolare Internet, è il cyberbullismo ovvero l’utilizzo sistematico e pianificato della rete, in particolare di piattaforme sociali della rete per creare danni ad uno o più soggetti che non attuano efficaci strategie di contrasto. Il cyberbullismo è considerato uno degli aspetti maggiormente negativi dei nuovi media. La diffusione di questi strumenti di comunicazione di massa ha portato i nuovi media a occupare un ruolo di primaria importanza nella vita delle persone e in maniera esponenziale nei bambini. Ponendo a confronto i nuovi media con i vecchi, sembra che i fruitori tendano a preferire i nuovi media per alcuni motivi:
- ▪️facilità di reperimento delle informazioni;
- ▪️possibilità di socializzare;
- ▪️desiderio di essere “alla moda”;
- ▪️possibilità di costruirsi una nuova identità in rete.
Nativi digitali e immigrati digitali
I nativi digitali sono coloro che nascono nell’era delle nuove tecnologie, mentre gli immigrati digitali sono le generazioni precedenti (Daniele Fedeli, 2011). Tuttavia questo non vuol dire che il bambino sia più competente sul piano informatico rispetto all’adulto; ma è come se le nuove tecnologie fossero il suo ambiente naturale. Infatti, l’immigrato digitale usa le piattaforme sociali come Facebook per comunicare e scambiare opinioni. I nativi digitali, invece, sono “l’identità” su Facebook, ovvero sono “quello che pubblicano”. Ad esempio, Luca è quello che pubblica su Facebook e ha una identità virtuale, che è diversa da quella reale e dettata solo dall’apparire socialmente accettabile in rete.
L’espressione dei nuovi media, che viene spesso usata dagli immigrati digitali, evidenzia le loro difficoltà a considerare queste nuove tecnologie come facenti parte della vita quotidiana. Tuttavia tale aspetto comporta dei rischi non solo per gli immigrati digitali, che si sentono incapaci di controllare i comportamenti online; per i nativi digitali infatti c’è il pericolo dell’ esplorazione di mondi online che potrebbero contenere dei pericoli.
Potrebbe essere utile cercare di integrare questi due mondi per una maggiore sicurezza non solo per gli adulti ma anche per i nativi digitali. Capita molto spesso infatti che gli immigrati digitali cerchino di insegnare ai nativi digitali usi e costumi delle nuove tecnologie. Questo evidenzia anche tutta una serie di pregiudizi e paure da parte degli immigrati digitali nei confronti dei nuovi media come ad esempio la mancanza del contatto faccia a faccia, che è un aspetto assente nei nuovi media, in particolare nei social network.
Non sottovalutiamo il cyberspazio!
Da non sottovalutare è anche la paura che nel cyberspazio ci siano personaggi pericolosi, oppure che in rete si perda la propria identità. Tutte queste paure vengono definite come paradosso dell’esperto ignorante. Si tratta delle paure che l’adulto ha quando si confronta con le nuove tecnologie. Egli cerca di porsi di fronte ai bambini come esperto nell’uso delle tecnologie, ma non sa effettivamente usarle a livello pratico. L’unico modo per superare il paradosso dell’esperto ignorante è innanzitutto quello di liberarsi dai pregiudizi comprendendo e integrando mondo online e mondo offline, che sono per i nativi digitali, una entità unica.